Un team di ricercatori statunitensi ha identificato una serie di geni che se opportunamente alterati portano alla morte la varroa. Il fattore alterante potrebbe essere trasmesso attraverso l’emolinfa delle api
traduzione a cura di Marco D’Imperio
Sia chiaro, siamo ancora nel campo degli studi sperimentali ma la strada tracciata dagli scienziati della Michigan State University e pubblicata su Insect Science sembra aprire orizzonti sin qui insperati!
Precisiamo che non stiamo parlando di un vero e proprio vaccino ma il risultato finale potrebbe essere il medesimo: difendersi dalla varroa. In realtà, più che rendere resistenti le api alla varroa è come se i ricercatori avessero reso gli acari poco resistenti alle api.
Fino ad oggi, gran parte degli studi che mirano a ridurre l’annoso problema della varroa si sono concentrati sulla messa a punto di farmaci in grado di uccidere la varroa. Recenti ricerche si stanno concentrando sulla selezione di api resistenti alla varroa (vedi VSH).
I ricercatori statunitensi, invece, si stanno concentrando sulla conoscenza genetica del “nemico” ovvero dell’acaro parassita. Grazie a sofisticati meccanismi di genetica molecolare, i ricercatori hanno identificato diversi geni la cui alterazione ha provocato alte percentuali di morte e/o basse percentuali di riproduzione nella popolazione di varroa analizzata.
Ricerche precedenti hanno dimostrato che una combinazione di RNA, la molecola che provvede alla trascrizione del DNA, può essere somministrata alle colonie di api. La varroa “assorbe” tale “cocktail genetico” attraverso l’emolinfa delle api ed in tal modo il DNA della varroa stessa subisce delle mutazioni che portano ad una drastica riduzione della popolazione dell’acaro.
La ricerca futura si concentrerà sull’ipotesi di utilizzare come target un solo gene della varroa così da rendere l’applicazione di tale tecnica più economica e sicura per le api.