Il formico “in tasca”

di Dario Carrino

La prova di campo si è svolta a Santo Stefano del Sole (AV), fra il 6 settembre e il 6 ottobre 2022, in un apiario in cui sono state selezionate 10 famiglie, collocato nella fascia climatica D, a circa 550 m di altitudine e distante dal mare, in linea d’aria, 25-30 km.

Alle famiglie è stato somministrato acido formico in soluzione al 60% (Apifor60 acquistato mediante il bando APAS), all’interno di nutritori a tasca, con l’intento di agire sull’acaro parassita Varroa destructor mediante evaporazione del principio attivo.

L’acido formico è stato versato direttamente all’interno dei nutritori a tasca nella dose di 150 mL per ogni famiglia; per evitare che le api venissero a contatto con la soluzione, sono stati utilizzate delle foglie e dei rami secchi posti nella parte sommitale del nutritore. Il nutritore è stato posto esternamente al diaframma. Infine, il coprifavo è stato capovolto così da creare una camera sommitale per l’evaporazione del principio attivo.

Nel corso dell’intera prova (30 giorni) le temperature hanno toccato un massimo di 26,2 °C ed un minimo di 16,9 °C.

Sia prima della somministrazione del presidio sanitario che alla fine della prova stessa (dopo 30 gg) è stata quantificata la percentuale di varroa mediante il VEC (Varroa easy check).

I trattamenti antecedenti effettuati sulle famiglie oggetto della prova risalgono a dicembre 2021. Le colonie erano state trattate con una leggera presenza di covata (circa 2/6) con cicli di Apibioxal sublimato (sublimatore a gas), ripetuto per 3 volte a distanza di 5 giorni. Un secondo trattamento (trattamento tampone) è stato effettuato il 13 agosto 2022 con Apibioxal gocciolato.

Al momento della prova le famiglie si presentavano tutte su 7 telai, di cui 5 di covata e 2 di scorte. C’è da aggiungere, a tal proposito, che nel corso della prova sono statti misurati anche gli aumenti di peso di 2 alveari mediante bilance e in entrambi i casi si è registrato un incremento di circa un kg durante nell’arco dei 30 giorni, presumibilmente a causa della fioritura di edera

Prima del trattamento con Apifor60, si è proceduto ad una visita delle colonie ed è risultato evidente uno stato di stress, che si manifestava con covata depressa e non omogenea. È stata così misurata la concentrazione di varroa tramite VEC (T0)

Nel corso della prova, sono stati monitorati i fondi delle arnie per valutare sommariamente le varroe cadute le quali si sono protratte in maniera costante per i primi 10 giorni.

Va tuttavia ricordato che l’acido formico agisce anche sotto opercolo ed il più delle volte, in tali casi, porta alla sterilità della vorroa più che alla sua morte. Per cui, una reale valutazione dell’efficacia, non dovrebbe limitarsi a monitorare la varroa foretica (cadute sul fondo o VEC) ma dovrebbe anche prendere in considerazione l’azione legata ai successivi tassi di natalità.

Dopo 20 giorni dalla somministrazione dell’acido formico, si è proceduto ad una visita della famiglia, constatando uno stato di salute generale di gran lunga migliorato rispetto l’inizio della prova, con una migliore omogeneità della covata. In più è risultato esserci ancora residuo di acido formico all’interno dei nutritori, segno che le temperature di esercizio non sono state così alte da farlo evaporare velocemente e completamente.

percentuale di infestazione pre e post trattamento

Alla fine del trentesimo giorno, si è potuto constatare tramite VEC la percentuale di varroa presente su tutte le famiglie oggetto di prova.

Dalla tabella appare evidente un abbassamento della percentuale di varroa ed anche l’analisi statistica (t test ANOVA paired T0 vs FINE: 0,0008) dimostra un abbassamento statisticamente significativo.

Tuttavia, sebbene significativo, l’abbattimento della varroa non è stato certamente così netto da poter far pensare che il trattamento messo in atto, nelle condizioni operative di esercizio, possa aver sortito effetti risolutivi come quelli che ci si aspetta da un trattamento di fine stagione. Probabilmente anche l’elevata infestazione iniziale ha influito sull’esito generale della prova. In effetti sarebbe stato opportuno effettuare almeno un altro trattamento tampone nel corso della stagione per avere a settembre un’infestazione media più bassa. Ma questo, come molti apicoltori sanno, non sempre lo si può fare a causa dei numerosi impegni e delle contingenze che ciascuno di noi deve affrontare nel corso di stagioni sempre meno produttive.

Considerazioni finali

La prova è stata pensata e attuata con un preciso intento, basato sulla velocità di azione, semplicità e costi sostenuti.

I risultati sia positivi che negativi sono riportati nella seguente tabella:

PRO

  • Trattamento veloce
  • Trattamento semplice
  • Poche ripercussioni sulla vitalità della covata
  • Effetto positivo sullo stato generale della famiglia nel breve termine
  • Costo del trattamento contenuto

CONTRO

  • Trattamento non risolutivo nelle condizioni di esercizio sperimentate.
  • L’acido formico è un liquido che va maneggiato con cautela e richiede una certa espereinza.

Infine, dati i risultati della prova, è possibile pensare che questa modalità di trattamento possa essere inserita come “trattamento tampone” nel periodo estivo prendendo in considerazione, sulla base delle previsioni meteo, l’andamento delle temperature almeno per i 5 giorni successivi alla somministrazione dell’acido formico; ciò al fine di evitare, in caso di alte temperature, una veloce evaporazione del prodotto che potrebbe interferire sulla vita della covata.

Il mio giudizio sul formico somminsitrato mediante nutritore a tasca é
3.7/5