Un’azienda con caratteristiche del tutto diverse da quelle finora conosciute, sia per numero di alveari che per modo di conduzione degli stessi. Un territorio aspro che impone scelte singolari
di Mario Martino e Marco D’Imperio
L’APAS ha avuto, da sempre, come obbiettivo quello di far conoscere ai propri associati le migliori realtà apistiche al fine di aumentare la professionalità dei propri iscritti. Quest’anno ha alzato il tiro invitando al convegno annuale David Corral, titolare dell’azienda Mieles Anta che opera in Galizia, nella Spagna settentrionale, lungo il cammino di Santiago di Compostela.
Nel corso del convegno l’azienda è stata presentata dal giovane figlio di David Corral e dal responsabile commerciale.
L’azienda Mieles Anta è sicuramente un’azienda con caratteristiche del tutto diverse da quelle finora conosciute, sia per numero di alveari che per modo di conduzione degli stessi.
Gli alveari sono più di 10.000, principalmente di tipo Langstroth, destinati alla produzione di miele, di polline e di propoli. Circa 6.000 sono condotti in convenzionale, la restante parte in biologico.
La gestione degli alveari è effettuata da 4 squadre di 2 operai ciascuna: due squadre sono destinate al biologico e due al convenzionale. Ognuna ha il proprio responsabile che dovrà interfacciarsi con il suo responsabile di settore (bio o convenzionale). I due responsabili di settore, a loro volta, si interfacceranno con il responsabile dell’azienda che è il titolare: David Corral. Ogni operaio, quindi, gestisce più di 1.000 alveari.
Gli apiari sono posti nel raggio di 100-200 km dal centro aziendale (media di 110 km) in zone che, in genere, sono distanti da qualsiasi tipo di agricoltura intensiva. Il 70% degli apiari, che spesso sono composti dalle 100 alle 300 arnie, sono situati tra 700 e i 1.500 metri di altitudine, in un territorio montuoso dove l’apicoltura è certamente poco agevole e l’orso bruno fa spesso capolino sugli alveari. L’accesso agli apiari è spesso difficile (30% di pendenza) e per tale motivo si fa largo uso di pick-up con carrelli o di un camion 4×4. Il tipo di territorio, dunque, impone un’apicoltura stanziale. Molto spesso oltre alla classica pulizia delle postazioni, si procede ad un vero e proprio riassetto della zona con la costruzione di muretti a secco, di canali di scolo delle acque e con l’apertura degli accessi. Per dare un’idea di quanto tale aspetto pesi sull’economia dell’azienda basti pensare che, mediamente, tale voce di uscita assorbe circa 40.000 euro all’anno.
Ecco, è proprio qui che nasce la differenza fra un’azienda classica e l’azienda Mieles Anta: un’apicoltura che potrebbe essere definita “marginale” perché non punta alle grosse produzioni e nel contempo mostra un’attenzione alla gestione del territorio fuori dal comune, un valore aggiunto che aveva l’agricoltura di un tempo e del quale, oggi, si sente drammaticamente la mancanza visto il dissesto idrogeologico diffuso.
Il patrimonio apistico deriva principalmente da un ecotipo locale, l’ape iberica, poco docile, poco incline alla sciamatura, con un blocco naturale di covata molto prolungato (da ottobre a gennaio-febbraio) che permette dei trattamenti efficaci contro la varroa. Le famiglie hanno in genere una buona tendenza all’accumulo di scorte e ciò rende quasi superflua la di nutrizione di sostentamento. L’azienda ha un addetto alla produzione di regine e celle reali, queste ultime preferite alle prime.
Sebbene in montagna si registrino fioriture scalari da inizio di marzo a fine di settembre, la stagione produttiva è molto breve ed inizia con la messa in opera delle trappole per il polline, cui segue la posa dei melari ed il posizionamento della rete per la propoli. Il controllo delle famiglie è molto veloce: si visitano solo le famiglie che raccolgono molto meno polline rispetto alle altre. Le trappole vengono svuotate ogni giorno. Si procede ad una prima sommaria pulitura in apiario. Terminato il giro, si torna in laboratorio dove il polline sarà conservato in apposite celle frigo in attesa della sua completa pulitura. La produzione complessiva di polline, prevalentemente di erica e castagno, si aggira intorno agli 800 quintali. Esso viene commercializzato fresco-congelato o essiccato ed una buona parte viene assorbita dai mercati esteri (Francia e Germania).
Per quanto concerne il miele, le famiglie hanno una produzione media annua di 25-30 kg. Il raccolto inizia a giugno e termina la seconda metà di luglio. Si procede ad un’unica raccolta di melari che successivamente verranno divisi per composizione floreale in laboratorio.
L’azienda si caratterizza anche per la produzione della propoli. Le reti vengono prelevate al termine della stagione e anch’esse messe in celle frigo in modo da poterne facilitare la raccolta per sfregatura su una barra di metallo. Ogni famiglia riesce a produrre dai 100 ai 150 g di propoli.
È un’azienda che si autodefinisce a “ciclo chiuso” in quanto ha in dotazione una macchina per la produzione dei fogli cerei con la quale viene lavorata la propria cera.
La linea di lavorazione del miele è stata importata dall’argentina e lavora 12 tonnellate di miele al giorno (100 telaini al minuto). Un attenzione rigorosa è posta al concetto di tracciabilità tanto che stanno strutturando un’applicazione per tablet da fornire ai propri dipendenti.
Dal 1988, anche grazie alla stretta collaborazione con l’associazione di apicoltori galiziana, è stata istituita una IGP per il miele della Galizia la quale dà un indubbio valore aggiunto al prodotto.
Anche la linea biologica sta prendendo piede, soprattutto in Germania, con un differenza di prezzo che oscilla da uno a due euro rispetto al convenzionale.
In larga sintesi questa è l’azienda Mieles Anta. È possibile questo tipo di apicoltura in Italia? Ad ognuno la sua risposta! Obbiettivo dell’AP.AS. è stato quello di far conoscere un modo diverso di fare apicoltura e certamente gli spunti di riflessione non mancheranno!
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