Una recente ricerca dell’Università di Oxford pubblicata sulla prestigiosa rivista Journal of Applied Ecology, dimostra che le aziende biologiche aumentano la ricchezza di piante, insetti e altri animali in media del 34% rispetto a quanto fanno le aziende agricole convenzionali.
Lo studio ha preso in considerazione 94 ricerche precedenti (pubblicazioni di alto profilo scientifico) le quali avevano analizzato complessivamente 184 aziende agricole; le stesse aziende agricole sono state selezionate in modo casuale con l’unico criterio di possedere una certificazione biologica da almeno cinque anni. Lo scopo di tali ricerche era quello di stimare come i diversi usi del suolo potessero influire sulla ricchezza di specie animali e vegetali.
Lo studio ha preso in considerazione dati a partire dal 1989; comparando i vecchi dati con quelli odierni, si è visto che il biologico ha sempre contribuito ad aumentare la biodiversità e continua a farlo ancora oggi in maniera costante.
Sean Tuck, del Dipartimento di Oxford University of Plant Sciences, tra gli autori principali dello studio, ha dichiarato: “l’agricoltura biologica, come alternativa all’agricoltura convenzionale, può produrre significativi benefici a lungo termine per la biodiversità. I metodi biologici potrebbero in qualche modo arrestare la continua perdita di diversità nei paesi industrializzati” (cit.).
Le aziende biologiche mostrano una percentuale di insetti impollinatori superiore del 50% rispetto alle aziende convenzionali. Lo studio non ha preso in considerazione il numero complessivo delle api. Tuttavia, si può supporre che anche queste beneficino di un’agricoltura meno impattante come quella biologica.
Va ricordato che l’aumento della biodiversità si può perseguire non solo con la rinuncia all’uso di pesticidi ma anche attraverso la diversificazione degli habitat ad esempio favorendo lo sviluppo di siepi o lasciando incolti piccoli pezzi di terreno (isole rifugio).