Gli inquinanti di origine antropica possono confondere le api e, di conseguenza, le api bottinatrici possono impiegare maggior tempo nella ricerca delle fonti nettarifere; ciò porta ad una diminuzione dei raccolti
traduzione a cura di Marco D’Imperio
La capacità di bottinamento delle api diminuisce all’aumentare dell’inquinamento. Gli inquinanti atmosferici interagiscono con le piante contribuendo ad abbattere le molecole responsabili dei profumi emessi dai fiori ed utilizzati dagli insetti impollinatori per individuare le fonti nettarifere. Dunque gli inquinanti di origine antropica possono confondere le api e, di conseguenza, le api bottinatrici possono impiegare maggior tempo nella ricerca delle fonti nettarifere; ciò porta, inevitabilmente, ad una minore efficienza nei processi di impollinazione e ad una diminuzione dei raccolti.
In particolare sembra che gli idrocarburi vegetali emessi dai fiori possano interagire con alcuni inquinanti atmosferici come l’ozono. Questo processo comporta alla creazione di metaboliti (idrossili ed altri radicali) che a loro volta portano ad un ulteriore decomposizione degli odori delle piante.
Nello studio pubblicato su Atmospheric Environment viene dimostrato, ad esempio, che un aumento dei livelli di ozono a 60 parti per miliardo, che la US Environmental Protection Agency considera un livello di inquinamento moderato, porta a delle interazioni chimiche significative tali da rendere più difficoltosa la ricerca delle fonti nettarifere da parte delle api. Ad esempio, la molecola di profumo dell’alfa-pinene, che rimane attiva quasi 40 ore in un ambiente privo di ozono, rimane attiva meno di 10 ore quando l’ozono sale a 60 parti per miliardo e solo 1 ora quando l’ozono sale a 120 parti per miliardo. Un’altra molecola, la beta-myrcene, che si sposta a circa 1 km di distanza in un ambiente ventoso e privo di ozono, riesce a raggiungere solo 500 metri di distanza quando l’ozono sale a 60 parti per miliardo e a circa 300 metri di distanza quando l’ozono sale a 120 parti per miliardo. In un ambiente privo di ozono, ci vogliono 10 minuti per il 20% delle bottinatrici per trovare la molecola di profumo “beta-cariofillene”. Quando l’ozono sale a 20 parti per miliardo, ci vogliono 180 minuti per la stessa quantità di api per trovare lo stesso profumo.
La squadra di ricercatori ha trovato risultati simili per altre sei differenti molecole di profumo.
Questi risultati evidenziano che l’inquinamento atmosferico è uno dei tanti fattori che influenzano il declino della popolazione delle api. A tal proposito va ricordato che, secondo il dipartimento statunitense dell’agricoltura, la popolazione di api negli Stati Uniti è diminuita tra il 25 e il 45% all’anno dal 2010, con un calo del 44% nel 2015-2016.