L’emergenza dovuta all’attacco dei vespidi comincia a farsi sentire anche in Campania soprattutto nelle zone più calde della costa nella quale Vespa orientalis sta decimando letteralmente gli apiari. Conosciamo meglio le varie tipologie di vespe. In questa prima parte ne descriveremo la morfologia e la fisiologia
di Martina Trapanese
La maggior parte delle vespe sono originarie dell’Asia, ad eccezione di alcune specie che sono europee, come la Vespa crabro e la Vespa orientalis.
La Vespa crabro è diffusa in tutta Europa, Asia a Nord dell’Himalaya, Africa settentrionale, parte della penisola arabica e negli Stati Uniti d’America; in Italia è presente su tutto il territorio.
La Vespa orientalis ha una gamma di distribuzione che copre il sud est eruopeo, il Madagascar e il Medio oriente; in Italia si localizza principalmente nelle regioni meridionali.
La Vespa velutina, detta anche calabrone a zampe gialle, è un calabrone originario dell’Asia orientale che ha
invaso però con successo diversi paesi dell’Europa e dell’Asia. In Europa, i primi suoi avvistamenti si sono avuti nella Francia centrale poco prima del 2005.
Probabilmente la sua introduzione è avvenuta accidentalmente tramite il trasporto in barca di vasi di terracotta provenienti dalle province della Cina orientale. Nel 2012 ha invaso un’area di 360.000 km2 a una velocità di 100 km/anno e nel 2017 si è diffuso in diversi paesi dell’Europa centrale e orientale, tra cui Francia, Spagna, Portogallo, Belgio, Italia, Germania, Regno Unito, Paesi Bassi e Svizzera. Questo calabrone è stato inserito nella black list delle specie invasive, ai sensi del Regolamento europeo 1143/2014.
Morfologia e ciclo riproduttivo
V.crabro, V.orientalis e V.velutina possono essere facilmente distinte l’una dall’altra per i loro colori e per le loro dimensioni.
V.crabro ha un colore del capo e del torace marrone/rossiccio con i tergiti dell’addome gialli con macchie nere.
V.orientalis ha una colorazione rossiccia più uniforme; inoltre presenta sul capo una macchia gialla e due tergiti gialli nella parte terminale dell’addome.
Entrambi gli esemplari eruopei, molto simili nelle dimensioni, sono più grandi del calabrone asiatico.
La colorazione di V.velutina prevede un torace di colore nero, i primi tre tergiti addominali sono di colore
bruno scuro con il margine posteriore di colore giallo o giallo-rossastro, il quarto tergite è quasi interamente di colore giallo-rossastro con una macchia triangolare scura, l’estremità dell’addome è bruno-rossastra. Le zampe sono scure, tranne i tarsi che sono di colore giallo, da cui il nome comune di “Calabrone asiatico a zampe gialle”.
All’interno delle singole specie, le differenze sessuali sono simili, ovvero la femmina possiede il pungiglione ed ha antenne più corte e più sottili di quelle del maschio, il maschio è privo di pungiglione.
Come per la maggior parte delle specie di vespa, i nidi sono fondati da un’unica regina. La regina ad inizio primavera inizia a costruire il suo nido, detto primario, e a deporre le uova.
Durante questa fase (chiamata “fase della regina”), la regina è sola fino alla nascita delle prime operaie (dopo circa 50 giorni) che l’aiuteranno nell’ampliamento del nido e nell’approvvigionamento del cibo.
Le colonie sono altamente vulnerabili durante questa fase, perché il loro successo dipende principalmente dall’energia, dalle prestazioni e dalla sopravvivenza di un singolo individuo, la giovane regina. Questo è un momento particolarmente adatto per la cattura delle regine, perché per ogni regina uccisa c’è una potenziale colonia che viene distrutta.
Le dimensioni della colonia e del nido aumentano durante l’estate. Dalla primavera all’autunno vengono prodotti migliaia di individui e i nidi possono arrivare a superare i 100 cm di diametro. In autunno il nido raggiunge la sua dimensione più grande.
La produzione autunnale delle colonie si concentra principalmente sull’allevamento di potenziali regine e sui maschi, ma in realtà si suppone che solo le potenziali regine (accoppiate e non accoppiate) possono superare
l’inverno (operaie e maschi muoiono prima dell’inverno).
L’accoppiamento avviene in autunno e può avvenire attorno o anche all’interno dei nidi.
Alla fine dell’autunno, le potenziali regine cercano luoghi per il letargo fuori dal nido; a seconda della specie, sono state osservate vespidi fondatrici in letargo nel terreno o nelle fessure degli alberi o ancora in cataste di legno.
Le principali differenze tra i tre vespidi sono relative alla durata del ciclo di vita annuale, che è più lungo nella specie invasiva (va da febbraio/marzo a novembre), e le dimensioni della colonia, il calabrone asiatico costruisce nidi più grandi che contengono un numero maggiore di individui.
Il nido e sua localizzazione
I nidi sono fatti solitamente di carta pesta ottenuta aggiungendo acqua e saliva alle fibre vegetali.
La scelta del sito dove nidificare è influenzata da diversi fattori: temperatura, umidità, intensità della luce, il riparo dalla pioggia e il riparo dal vento; tutti aspetti che possono determinare la conservazione del nido e così la sopravvivenza della colonia.
Alcune caratteristiche dei nidi dei vespidi variano tra le diverse specie.
La V.crabro di solito nidifica in siti aerei coperti come all’interno di alberi cavi, muri vuoti, rifugi, soffitte e
tetti di paglia. Presumibilmente è una specie forestale che si adatta prontamente alle abitazioni umane. Sono stati trovati anche nidi sotterranei.
La V.orientalis nidifica sottoterra di solito a una profondità di 20-56 cm e inizia spesso il suo nido in quello di un topo talpa o di altri piccoli mammiferi. Nidifica anche in siti aerei chiusi come fessure di roccia o in pareti, di solito 30-270 cm dal suolo. Intorno alle abitazioni umane nidifica in alveari vuoti, capannoni in disuso, sotto la grondaia di un portico e nelle fessure dei tetti. I suoi nidi sono stati trovati anche nelle regioni montuose a 2000 m.
I nidi di V.velutina vengono spesso costruiti sulle cime degli alberi, sui tetti e grondaie nelle aree urbane, e possono anche essere sotterranei. Ma i nidi bassi hanno maggiori probabilità di essere distrutti dall’uomo per la più facile accessibilità, pertanto le vespe sempre più frequentemente si dirigono a nidificare sulle cime degli alberi, accettando il compromesso di un maggiore consumo di energia per il volo.
In Francia, i nidi sono stati spesso ritrovati sui pioppi. Questi alberi possono fornire sia un supporto che essere situati nelle immediate vicinanze di una fonte d’acqua.
Nutrizione e strategie di caccia
I vespidi possono volare per diversi chilometri dai loro nidi.
I carboidrati sono la fonte principale di energia per i vespidi adulti e sono forniti dal nettare dei fiori, dalla linfa degli alberi o dai frutti in maturazione. Anche la componente proteica caratterizza la dieta degli esemplari adulti; i vespidi infatti sono spazzini opportunisti generalisti e si nutrono di diversi artropodi (api (37%), vespe (18%), mosche, etc), nonché di carogne o rifiuti di macellai e pescherie. La covata richiede invece solo proteine. Le proteine vengono raccolte dalla regina durante la fase di colonizzazione e successivamente dalle operaie.
La loro abilità nel predare le api era nota già dal sedicesimo secolo. Questi vespidi predano principalmente restando in volo davanti all’alveare, attaccando le api bottinatrici in fase di rientro, ma in alcuni casi i calabroni entrano nell’alveare e portano via sia le larve che le pupe.
Il calabrone dopo aver catturato l’ape, le stacca la testa e l’addome e torna al suo nido con il torace per nutrirvi le larve.
I suoi attacchi aumentano durante l’estate e continuano fino alla fine di novembre in parallelo con la dimensione della sua popolazione; durante questo periodo le colonie di api sono maggiormente a rischio.
La differenza tra le specie di vespidi nella strategia di attacco agli alveari è legata soprattutto al numero di calabroni coinvolti: il numero di esemplari di velutina negli attacchi alle api è superiore rispetto al numero di esemplari di crabro e orientalis.
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